Mark Iuliano nasce a Cosenza il 12 Agosto 1973 ma cresce, non solo calcisticamente, a Campagna e nel 1988 viene acquistato dalla Salernitana per rinforzare il proprio settore giovanile.
Durante il campionato 1990-’91 debutta, non ancora maggiorenne, in prima squadra in serie B, contro il Messina collezionando, alla fine, tre presenze. Purtroppo per i granata il finale di stagione è drammatico, la Salernitana perde lo spareggio proprio contro il Cosenza e ritorna in serie C1. L’allenatore Giovanni Simonelli, per la stagione 1991-’92, decide di puntare sui giovani prodotti del vivaio tra i quali proprio Iuliano ma, dopo un buon avvio, la situazione sfugge di mano: lo spogliatoio si spacca ed a pagare è come di consueto il tecnico, rilevato da Tarcisio Burgnich. Quest’ultimo sposta Iuliano da terzino destro a difensore centrale e le buone prove del giovane Mark gli fruttano comunque il salto di categoria e, per la stagione 1992-’93,passa al Bologna.
Con la maglia dei felsinei Iuliano gioca con continuità, trova anche il primo goal da professionista ma il finale di stagione è amaro come due anni prima. Il Bologna inaspettatamente retrocede in C1 e Iuliano, per la stagione 1993-’94, si accasa, nuovamente in serie B, al Monza.
Il campionato per i brianzoli è un’agonia, ultimo posto e terza retrocessione in serie C1 per Iuliano.
Però, nella stessa stagione, con Delio Rossi in panchina, la Salernitana vince lo spareggio con la Juve Stabia ritornando in cadetteria e, per il difensore, il ritorno a casa è presto cosa fatta. In granata Iuliano sfodera grandi prestazioni e la Salernitana, nelle stagioni 1994-’95 e 1995-’96, sfiora la promozione in serie A. Il ragazzino che, ancora minorenne, aveva esordito quattro anni prima lascia ora posto ad un calciatore maturo e pronto a spiccare il volo.
Nonostante l’amarezza per non aver centrato il grande salto con la sua Salernitana, a Iuliano si spalancano le porte della massima categoria. La Juventus, fresca vincitrice della Champions League, per sostituire i partenti Pietro Vierchowod e Massimo Carrera punta su Paolo Montero ed, appunto, Mark Iuliano.
Con la Juventus il difensore calabrese familiarizza subito con la vittoria e tra la fine del 1996 e l’inizio del 1997 festeggia i primi trofei a tinte bianconere. La Juventus vince la Coppa Intercontinentale piegando 1-0 il River Plate e stravince la Supercoppa Europea contro il Paris Saint-Germain.
Emozioni infinite per Iuliano che, il 23 maggio 1997 realizza, a Bergamo, la rete del definitivo 1-1 contro l’Atalanta. Un goal per nulla banale perché, oltre a essere il suo primo in serie A, è quello che regala alla Juventus la certezza matematica del 24° scudetto. Cinque giorni più tardi, però, gioca da titolare la sua prima finale di Champions League che vedrà la Juventus soccombere per 3-1 contro il Borussia Dortmund.
Il suo secondo anno a Torino procede a gonfie vele con Iuliano sempre più perno della difesa a quattro di Marcello Lippi e con la Juventus fa nuovamente incetta di trofei vincendo il secondo scudetto consecutivo e la Supercoppa Italiana. L’amarezza di stagione, però, fa nuovamente rima con la Champions League: Iuliano gioca, e perde, la sua seconda finale consecutiva contro il Real Madrid per 1-0.
La stagione 1997-1998, per Iuliano, rimarrà nella storia per quanto accaduto il 26 Aprile durante la sfida scudetto tra Juventus e Inter, giorno del famoso impatto con Ronaldo. Uno scontro di gioco in area di rigore juventina che l’arbitro Ceccarini non giudicò falloso, scatenando la furia interista e alimentando fiumi di polemiche che spinsero la questione addirittura in Parlamento. La partita finì 1-0 in favore dei bianconeri, che misero le mani sul tricolore, ma quell’episodio scatenò fiumi di parole, polemiche e veleni mai placati nemmeno oggi, a quasi trent’anni di distanza.
Nelle tre stagioni successive, dal punto di vista delle vittorie, sono anni nefasti. Iuliano vede sfumare due potenziali Scudetti entrambi all’ultimo atto del campionato: nel 2000 con il dramma sportivo di Perugia dove la Juve si dissolve sotto il nubifragio del Curi prima di essere sorpassata al fotofinish dalla Lazio e nel 2001 a discapito della Roma, dopo un avvincente testa a testa.
Il tricolore, però, torna sotto la Mole nella pazza Domenica del 5 Maggio 2002 con l’Inter capolista che crolla contro la Lazio e la Juventus la sorpassa vincendo ad Udine. Per Mark Iuliano è il terzo campionato vinto. Lo scudetto arriverà anche l’anno seguente, a corredo di una stagione che vedrà la Juventus vincere anche la Supercoppa italiana. Il tabù più grande, però, rimarrà ancora una volta la Champions League: senza scendere in campo, Mark assisterà al ko di Manchester ai calci di rigore contro il Milan. Tre finali e altrettante sconfitte nella competizione più importante. Uno dei suoi rimpianti più grandi.
Nel 2005, a quasi 31 emigra in Spagna e approda al Maiorca. L’avventura nelle Baleari passa praticamente sotto traccia e si chiude dopo appena un anno e mezzo. Il richiamo dell’Italia inizia ad essere forte e già nella sessione invernale della stagione 2005-’06 Iuliano fa le valigie e passa alla Sampdoria. L’esperienza in blucerchiato, però, si rivela un autentico buco nell’acqua e sei mesi più tardi si accorda con il Messina. In Sicilia ritrova la continuità smarrita giocando stabilmente in una stagione che vede però il Messina retrocedere in B.
In cadetteria vi scende per indossare, però, la maglia del Ravenna dove la sua annata e contestualmente la sua carriera si chiudono senza preavviso in seguito alla riscontrata positività dopo un controllo antidoping. Saranno due gli anni di squalifica. Una volta scontata la squalifica, torna a giocare nel 2010, indossando la maglia del San Genesio, nel girone lombardo di con cui vince il campionato di Prima Categoria 2010-2011 con sei turni di anticipo. Il 14 marzo 2012 annuncia il ritiro dal calcio giocato, all’età di 38 anni, a causa dei numerosi problemi fisici accusati.
Iuliano debutta in Nazionale maggiore, sotto la gestione del commissario tecnico Dino Zoff, il 5 settembre 1998, nella partita Galles–Italia valevole per le qualificazioni al Campionato d’Europa 2000. Convocato per la fase finale del torneo, gioca tutte le partite dell’Italia, compresa la finale contro la Francia, persa al golden gol. Rimane in nazionale anche durante il primo biennio di Giovanni Trapattoni, che lo convoca per il Campionato del Mondo 2002 dove mette a referto una presenza, quella negli ottavi di finale contro i padroni di casa della Corea del Sud, nella partita che determina l’eliminazione degli azzurri. Conclude il percorso in Nazionale maggiore con un bilancio di 19 presenze ed un gol.