“Ho avuto un déjà-vu davanti alla tv“, cantavano gli Articolo 31 nel 1999. Un ritornello che sarà tornato nelle menti dei tifosi della Salernitana dopo la fondamentalissima vittoria ottenuta ieri al “Bentegodi” di Verona contro l’Hellas per 1-0.
Perché esattamente come due stagioni fa, la Salernitana ha ottenuto un pareggio interno per 2-2 con il Milan e ha sbancato di misura l’impianto veneto (sebbene con una cronologia differente rispetto al 2021/2022). E, soprattutto, esattamente come due stagioni fa a fare da raccordo tra la società di Iervolino e lo spogliatoio vi è Walter Sabatini.
E in attesa che il Comandante si scateni con il mercato, è simpatico notare questa piacevole contraddizione. Si esalta giustamente il dirigente umbro ed è anche normale che i mezzi di comunicazione che si occupano di Salernitana enfatizzino ai quattro venti il cosiddetto “effetto Sabatini” dei 4 punti in 2 partite da quando il sodalizio granata ne ha annunciato il ritorno.
Ma la squadra che ha pareggiato meritatamente e non senza rammarico con il Milan e che ieri ha dominato a Verona in maniera più netta di quanto dica il punteggio finale è stata costruita dal tanto vituperato (soprattutto da chi era cliente fisso di una determinata pasticceria, la faccia come il…) Morgan De Sanctis.
La partita di ieri ha decisamente dimostrato come la Salernitana non sia più scarsa delle dirette concorrenti per la salvezza, anzi, ma che la classifica deficitaria sia dovuta soprattutto a problemi di gestione all’interno dello spogliatoio e una figura carismatica come Sabatini è chiamata a risolvere essenzialmente questi.
Poi, dal punto di vista tattico, la vittoria di ieri ha confermato come la Salernitana stia trovando il suo equilibrio con questo 4-3-3 mascherato in un 4-2-3-1 grazie al ruolo della mezzala di qualità (ieri bravissimo Kastanos) chiamato a ripiegare in fase difensiva e a fornire la superiorità numerica e qualitativa in attacco.
Bravo Inzaghi a trovare – finalmente – una sorta di quadra da questo punto di vista. Il tecnico piacentino ieri è stato quasi perfetto (un unico appunto: il cambio Ikwuemesi-Simy andava fatto almeno quindici minuti prima), imbrigliando tatticamente Baroni. Il tutto in una partita dove in caso di sconfitta sarebbe stato con ogni probabilità esonerato.
Ora il calendario offre a Inzaghi tre occasioni per tirare il fiato, dato che nessuno dotato di buon senso gli chiederebbe la luna in Coppa Italia e in campionato con la Juventus e nel derby del “Maradona” con il Napoli (sebbene quest’ultimo sia ipersentito dai tifosi salernitani).
Questo vuol dire tirare i remi in barca preventivamente? Assolutamente no. La Salernitana se la giocherà. E ci sono tanti freschi déjà-vu da rivivere.