Inutile nasconderlo, il successo di sabato con la Lazio ha suscitato nell’animo dei tifosi della Salernitana un triplice balsamico effetto. In primis, la cancellazione del fastidioso “0” dalla casella delle vittorie. In secundis, l’accorciamento delle distanze con le dirette concorrenti per la salvezza.
Infine – e non può essere altrimenti – un malcelato senso di “vendetta sportiva” nei confronti di Claudio Lotito e Angelo Mariano Fabiani che avranno sì portato la Salernitana dalla Seconda Divisione alla Serie A (dopo cinque anni di galleggiamento in B esplicitati dallo stesso Lotito) ma – grazie a quella porcheria chiamata “trust” – hanno trascinato la Bersagliera a due minuti due dalla sparizione dai radar del calcio italiano.
Un evento che oscura inevitabilmente tutto quello di buono fatto. E così la pensa la stragrande maggioranza dei tifosi salernitani. Eppure, strano a dirsi, resiste una sparuta minoranza di “nostalgici” alla quale lo straordinario gol di Antonio Candreva di sabato ha fatto più male che bene.
Come fossero un piccolo esercito organizzato, i “nostalgici” hanno intasato le bacheche social di chi giustamente esprimeva il proprio giubilo togliendosi qualche sassolino dalla scarpa nei confronti di “quei due” latrando con pensieri sconnessi.
“Chi vi ha portato in Serie A? Lo Spirito Santo?“, “Abbiamo vinto contro la Lazio, non contro Lotito“, “Sempre grati a Lotito e Fabiani“, sono solo alcuni dei deliri di questi “nostalgici”, puntualmente messi al loro posto dai più.
Ma inutile arrabbiarsi. I “nostalgici” sono persone senza dignità, quindi basta solo questo fattore per classificarli. Parlano di calcio e non sanno neanche scrivere il cognome di Gyömbér in maniera corretta. Sono quindi come quelle persone alle quali offri da bere al bar per tenerli buoni ed evitare che diano un pessimo spettacolo di loro stessi.
Compatiti. Ecco, il vocabolo esatto è questo. I salernitani “nostalgici” di Lotito e Fabiani vanno compatiti. E quando la prossima volta invaderanno le vostre bacheche, non bloccateli ma offrite loro un sorriso di compassione.