“Una squadra perfetta deve avere un portiere che para tutto, un assassino in difesa, un genio a centrocampo, un mona che segna e sette asini che corrono“. Parole di Nereo Rocco, il “Paròn“, grande allenatore del Padova prima e del Milan poi negli anni Sessanta.
Ed è la descrizione più semplice e più reale del gioco del calcio. Dalla quale si può capire benissimo anche perché la Salernitana si ritrovi ultima in classifica dopo 11 giornate e non sia stata in grado di fare un tiro in porta al Napoli peggiore degli ultimi 5 anni (squadra che ha segnato le due reti in occasione di decisioni arbitrali a dir poco dubbie e, se continua così, dovrà guardarsi le spalle per il piazzamento Champions e che può considerare il triangolino tricolore già strappato dalle sue casacche).
La Salernitana ha un portiere che para tutto…il parabile? Sì, ce l’ha: Memo Ochoa. Ok, andiamo avanti. Ha un “assassino in difesa”? Sì, ce l’ha: non individualmente, ma il pacchetto arretrato con la coppia centrale Fazio-Pirola non ha sfigurato. Ha un “genio a centrocampo”? Genio no assolutamente, ma se messo nelle migliori condizioni da agire Emil Bohinen potrebbe assolutamente dire la sua nel pacchetto dei registi delle squadre di A che devono lottare per salvarsi. Ha sette asini che corrono? Sì, perché sull’impegno della squadra vista ieri, almeno su quello, nulla da dire.
Il Problema – e la “P” maiuscola non è un refuso – è il “mona che segna”. E la Salernitana non lo ha, almeno attualmente. Perché Dia è palesemente con la testa altrove e ieri ha fatto virtualmente giocare in 10 i granata (un orrore la palla persa nell’occasione dell’1-0 di Raspadori). Perché Ikwuemesi un giorno – e lo speriamo vivamente – diventerà un grande bomber ma ancora non lo è. Perché Stewart e Botheim, attualmente, farebbero fatica a essere titolari nel Picerno del bravissimo mister salernitano Emilio Longo in Serie C.
Quindi, la Salernitana, grazie allo scellerato mercato condotto da Iervolino (De Sanctis, lo ribadiamo, è solo un suggeritore prendendo in prestito le parole del patron granata) si ritrova senza reparto offensivo. E senza reparto offensivo è difficilissimo salvarsi. Così come non riusciamo a capire l’ostinazione di Inzaghi a non volersi schierare con un centrocampo a tre. Quando lo hanno capito pure i sassi della Val d’Aosta che i granata soffrano come non mai con la mediana a due. Iervolino e Inzaghi, il calcio è semplice. Perché lo complicate?