25 marzo 1995, lo stadio Arechi di Salerno tornava a colorarsi di azzurro. E come quattro anni prima si trattava di un incontro valido per le qualificazioni ai Campionati Europei. Ma con due principali differenze.
In primis, l‘Italia di Sacchi stava decisamente meglio di quella di Vicini che aveva battuto 3-1 l’Ungheria nel 1991. Gli azzurri avevano sì 4 punti dopo 3 partite frutto di 1 vittoria, 1 pareggio e 1 sconfitta con la Croazia ma la combinazione del girone permetteva di poter arrivare tra le prime due con relativa tranquillità. In secundis, perché la Salernitana di Rossi stava anch’essa decisamente meglio rispetto a quella di Ansaloni, dato che era in piena lotta promozione.
Salerno quindi poteva colorarsi d’azzurro con il cuore tranquillo e rispose presente con uno stadio gremitissimo con ben 37000 paganti. L’avversario era l’Estonia che, con tutto il rispetto, non doveva e non poteva fare paura. Sacchi lo sapeva bene e mise in campo un undici prettamente offensivo che comprendeva, oltre a Zola e Ravanelli, un esordiente che si stava mettendo in luce nella Juventus: Alessandro Del Piero.
I baltici però, inaspettatamente, si dimostravano ossi duri da rodere. E bisognava aspettare il 45′ per celebrare il vantaggio azzurro. Lo segnò Zola, ben imbeccato da Albertini, con un diagonale chirurgico.
Al 58′ si applicò la proprietà commutativa. Zola se ne andò sulla sinistra e mise dentro un pallone sul quale si avventò l’accorrente Albertini per segnare il 2-0. Al 65′, il numero 10 sardo, evidentemente in giornata sì, chiuse i giochi. Grande sventagliata di Carboni che tagliò in due il campo e Zola con un potente destro sul primo palo infilò il portiere estone Poom per il 3-0.
Ma al 71′ l’Estonia inaspettatamente accorciò le distanze con una punizione di Reim sulla quale Peruzzi non fu proprio esente da colpe. Undici minuti dopo, giunse il definitivo gol del 4-1. Azione confezionata dai neoentrati Berti e Lombardo, cross di quest’ultimo e Ravanelli da pochi passi trovò la sua prima rete in azzurro. Fu una sorta di ironia della sorte, dato che “Penna Bianca” timbrò il suo primo cartellino in azzurro in una piazza che aveva rifiutato appena 4 anni prima.
Tant’è vero che inizialmente ci furono fischi per lui. Fischi che, mano a mano, si tramutarono in applausi per lui e per tutta la Nazionale Italiana che con quel successo prese il via per qualificarsi agli Europei di Inghilterra 1996.