Chi è appassionato del cinema parodistico/paradossale a stelle e strisce non può non ricordare una scena iconica del film “L’aereo più pazzo del mondo” nel quale il pilota del velivolo nel giro di pochi secondi passa dal tranquillizzare i passeggeri dicendo loro: “niente panico, niente panico…” per poi traumatizzarli definitivamente con “ok, panico“.
Ebbene, questo inizio di campionato della Salernitana sta proprio ripercorrendo per filo e per segno questa scena. L’avvio positivo con i pareggi dell’Olimpico di Roma e in casa contro l’Udinese e la sconfitta immeritata di Lecce avevano fatto pensare a una stagione non tanto sofferta.
Poi però il crollo con il Torino e il brodino con il Frosinone, partite entrambe giocate in casa, avevano fatto scattare i primi campanelli d’allarme. Situazione acuita dalla vicenda Boulaye Dia oramai arcinota a tutti. Campanelli d’allarme che non avevano però fatto pensare al “panico”.
Ma il disgustoso – calcisticamente parlando – spettacolo offerto dalla Salernitana ieri non può non far preoccupare e far pensare in negativo per il futuro. Salerno è una piazza non solo appassionata di calcio, ma è anche competente. Quindi sa benissimo che la “non prestazione” di ieri può essere frutto solo di due ipotesi: o la squadra è palesemente contro l’allenatore e gli sta giocando contro oppure risente palesemente della confusione di un matrimonio, quello tra la società e il tecnico, proseguito solo per legami contrattuali e/o per mancanza di reciproche alternative.
Intendiamoci, qui nessuno è innocente e nessuno è senza colpe. Ma il mercato (sbagliato, soprattutto nel reparto offensivo) è finito da un mese e i calciatori sono questi. I “vecchi” stanno deludendo fortemente, i “nuovi” (tranne Cabral) non si sono ancora integrati e Sousa insiste in un modulo (con Coulibaly out è una bestemmia calcistica perseverare nel centrocampo a due) ora come ora non adatto alle caratteristiche fisiche, tecniche e atletiche dei calciatori. Per non parlare dei giocatori fuori ruolo (vedi Martegani).
In tutto questo, la sfortuna ci mette il suo con il quarto palo di Cabral, tanto affinché continui a piovere sul bagnato. Sabato all’Arechi ci sarà l’Inter. Il risultato – lo diciamo subito – conterà poco perché i nerazzurri sono esponenzialmente più forti e vinceranno quasi sicuramente. Ma sarà l’atteggiamento di chi indosserà la casacca granata che conterà. Sperando che, a differenza di ieri, venga onorata.