Avevamo scritto in tempi non sospetti che quest’anno avremmo giudicato solo ed esclusivamente i fatti, riportando le parole degli addetti ai lavori solo per ottemperare all’obbligo del diritto di cronaca. A maggior ragione lo facciamo dopo il cambio di allenatore in casa Salernitana, con Stefano Colantuono – alla sua quarta avventura in granata – al posto di Giovanni Martusciello.
Ebbene, dopo questa decisione si può affermare come sia stata smascherata la balla del tanto decantato “progetto triennale” per il ritorno in Serie A. Questo per due motivi, uno generale e uno particolare.
In generale perché nel calcio parlare di “progetto pluriennale” è risibile dato che sono sempre i risultati, nel bene e nel male, a fare la differenza nel calcio e se i risultati sono negativi non aspetti certo anni per provare a invertire la rotta.
In particolare perché se la società esonera un allenatore e riprende un Uomo con la “U” maiuscola ma che da anni sta facendo (bene) un altro mestiere e che poteva essere già confermato a giugno se proprio proprio si avesse nutrito un minimo di fiducia nei suoi confronti, vuol dire che si naviga a vista in cerca di un potenziale acquirente per liberarsi del disturbo, altro che “progetto pluriennale”.
Quindi, l’ad Milan e il presidente Busso possono dire quello che vogliono ma i fatti li stanno smentendo inesorabilmente. A proposito di dire quello che si vuole, alle 12 parleranno Colantuono e Petrachi.
Quasi sicuramente il direttore sportivo dirà che Colantuono è stata una sua scelta. Chi sa di calcio e conosce le vicissitudini “iervoliniane” di questi ultimi anni non crederà nemmeno per un istante a questa versione, dato che appare plausibile che il tecnico di Anzio sia stato precettato sulla panchina granata solo perché già a libro paga e perché la proprietà non ha intenzione di immettere un euro per un altro allenatore.
Ergo, Petrachi per quale motivo sta ancora a Salerno? Speriamo che la conferenza stampa odierna possa dare la risposta a questa domanda.