In primis, un doveroso avviso: chi è allergico alla retorica e al qualunquismo, stia alla larga da questo articolo. Ma quando tutti i mezzi (“pazienza” e “civiltà” in testa a tutti) sono stati già ampiamente utilizzati, sfociare nella retorica e nel qualunquismo potrebbe non essere proprio cosa negativa.
Ebbene, presidente Danilo Iervolino, la pazienza è terminata da un pezzo. Pretendiamo – sì, ha letto bene – pretendiamo da lei nella duplice veste di tifosi della Salernitana e di operatori dell’informazione chiarezza e rispetto.
Lei ha tutto il diritto di volersene uscire dal mondo del calcio e di non volerne sapere più nulla della Salernitana, ci mancherebbe altro. Così come comprendiamo (e la ringraziamo di questo) che non voglia cedere al primo che passa e che non offra adeguate garanzie.
Però evidentemente non ha ancora capito che il calcio è un’azienda atipica visto che muove interessi sociali e culturali prima ancora che economici. Quindi determinate tempistiche sono fisse e non possono essere tralasciate.
Il giochetto del continuo spostamento della “deadline” nella trattativa con la Brera Holdings è diventato stucchevole ma soprattutto offensivo nei confronti dei tifosi della Salernitana.
L’ultimo giorno utile per un eventuale passaggio di consegne, infatti, avrebbe dovuto essere il 31 maggio. Dall’1 giugno una società normale pensa al calciomercato, all’allestimento dell’organizzazione degli staff tecnici, medici e della comunicazione, al ritiro pre-campionato e alle amichevoli.
Invece siamo a inizio luglio e si parla di slittamento del ritiro, di annunci di amichevoli non se ne vede neanche l’ombra (ed è una mancanza di rispetto verso i tifosi che debbono organizzarsi) e anche le due uniche certezze, Petrachi e Sottil (con quest’ultimo che potrebbe addirittura chiedere il non deposito del contratto), iniziano ad avere dubbi.
Neanche il più incallito dei pessimisti avrebbe potuto immaginare uno scenario simile. Ma ora basta. Iervolino, pretendiamo chiarezza e rispetto. La Salernitana è una cosa seria. Se lo metta in testa.