In vista di Cagliari-Salernitana di domani, ci presenta l’ambiente rossoblu il giornalista Fabio Ornano delle testate MondoSportivo.it e Calciocasteddu.it
Ciao Fabio. Che Cagliari vedremo in campo sabato?
“Ciao. Il Cagliari arriva all’impegno con la Salernitana sicuramente rinfrancato, dopo il pari in extremis con il Napoli e il successo di Empoli che lo hanno rinvigorito nella corsa salvezza. Ma se da un lato – quello mentale – c’è stata un’iniezione di fiducia, dall’altra ci sono naturali punti interrogativi perché i sardi segnano poco e l’attacco vive un periodo di secca, complice l’infermeria. Dal punto di vista tattico, Ranieri sta puntando ultimamente sulla difesa a 4 con Nandez esterno destro: una soluzione che ha tolto qualcosina in mediana, ma a vantaggio di una maggiore stabilità difensiva“.
La panchina di Ranieri è ancora in bilico o la vittoria di Empoli ha dato un po’ di respiro?
“Ranieri non è mai stato in bilico, per bocca della società che pubblicamente lo ha sempre difeso e sostenuto, anche nel momento bollente del post Cagliari-Lazio. La squadra ha ricevuto una scossa sotto il profilo dell’atteggiamento, a partire dalla gara con l’Udinese: è arrivato il momento, per i rossoblù, di tirare fuori un Cagliari capace di essere brutto, sporco e cattivo. Contro l’Empoli i tre punti sono arrivati in questo modo, con Mina in prima fila per dare l’esempio. Il campionato non aspetta più nessuno“.
Il ritorno di Liverani a Cagliari. Come verrà accolto, secondo te?
“L’accoglienza che verrà riservata a Liverani presumo sarà di sostanziale indifferenza e non di contestazione, nonostante la chiusura burrascosa del rapporto tra lui e il pubblico cagliaritano nel dicembre 2022. Se dovesse salutare gli spalti, però, non sarà sicuramente respinto. Ma dubito che tutto questo accada, perché Cagliari per Liverani rappresenta una ferita“.
Salernitana già spacciata o vi è ancora un lumicino di speranza?
“Mai dire mai, ci sarebbe ancora il tempo per la Salernitana per risollevarsi. Però in questa stagione sono accadute troppe vicissitudini negative, e si ha purtroppo la sensazione che il club campano sia sceso in un tunnel troppo profondo. A livello societario, tecnico e di risultati, è difficile stavolta pronosticare un miracolo“.
Cosa pensi che non abbia funzionato in casa Salernitana in questa stagione tribolata?
“Come accennato, le responsabilità sono da ricercare un po’ in tutte le componenti della società. La composizione della rosa, tanto in estate quanto nella recente finestra di gennaio, ha mostrato tante lacune. Stavolta, come da sua stessa ammissione, Sabatini ha commesso diversi errori. Encomiabile l’impegno di questo grande dirigente nonostante le sue condizioni di salute: però anche sotto il fronte comunicativo sono stati fatti dei passi falsi, che non possono aver tranquillizzato squadra e tifosi“.
Come valuti da esterno il caso Dia?
“Una pagina molto negativa. Trattenere un giocatore contro il suo volere e nonostante un contratto firmato, diventa controproducente. Gli scricchiolii attorno a Dia si erano manifestati già a inizio stagione, gli ultimi eventi sono solo una conseguenza annunciata. Tutti sono utili, nessuno è indispensabile: ecco, Dia sicuramente ha pensato di esserlo. Ma alla fine si è dato la zappa sui piedi, in quanto questa annata ne condizionerà il giudizio futuro da parte di altri club, da giocatore “difficile”. Questo restare attaccati a Dia ha privato i campani di cercare seriamente un bomber che lo potesse sostituire: una punta da doppia cifra, per puntare alla salvezza, serve come il pane. Così come servono giocatori dedicati al progetto comune, e non a smanie di protagonismo“.
In conclusione, un calciatore potenzialmente decisivo per parte.
“Gaetano da una parte, Tchaouna dall’altra“.