
Una pietanza può essere preparata con i migliori ingredienti del mondo ma se manca una quantità giusta di minuscoli granellini bianchi di una sostanza che ci viene quotidianamente regalata dal mare può risultare immangiabile. Così come può altresì risultare immangiabile se si eccede con questi minuscoli granellini bianchi.
Insomma, il sale marino era, è e sarà sempre la chiave del successo o meno di un piatto in cucina. “Sale marino” e “successo”, un binomio che ieri ha fatto sorridere anche la Salernitana. Buona la prima di Pasquale Marino in casa granata, con una vittoria arpionata con grinta, cuore e una buona prestazione contro il Sudtirol.
Il tecnico siciliano, non potendo metterci molto del suo per il semplice fatto che tempo non ci sta, ha aggiunto quel “pizzico di sale” che mancava alla Salernitana. Rispetto alle abuliche e poco coraggiose uscite con Breda in panchina, Marino ha fatto cose semplici ed efficaci.
Squadra poco incisiva in attacco? Si aggiunge un elemento di riferimento in più nel reparto offensivo, con Soriano finalmente tolto dal centrocampo e messo ad aiutare Cerri e Verde. Si scelgono gli esterni adatti e si dà il loro compito di scompigliare le difese avversarie e Corazza (perché, mister Breda, perché quella sciagura di Njoh in campo a Castellammare?) e Ghiglione (il primo in particolare) sfoggiano la loro migliore prestazione in granata finora.
E, soprattutto, si toccano le corde giuste dal punto di vista psicologico dei calciatori esperti (in aggiunta al “premio salvezza” che sicuramente tocca altre corde sensibili) e Ferrari e Lochoshvili diventano dei gladiatori.
Quindi, sì, Marino ha aggiunto un pizzico di sale, quel pizzico di sale giusto per ottenere i 3 punti e rilanciare le possibilità della Salernitana in ottica permanenza in Serie B. Ma – e la parata di Christensen su Mallamo al 91′ lo dimostra – non si è fatto ancora nulla. La Salernitana è ancora terzultima. Ci vorranno diversi pizzichi di “sale Marino”. A cominciare da Cittadella.