
Chi ci segue, lo sa. Il campionato della Salernitana vede diversi scontri diretti dove bisogna solo portare a casa punti a prescindere dal gioco e diverse partite “jolly” dove non hai l’obbligo del risultato a tutti i costi ma, proprio per questo motivo, puoi essere teoricamente più sbarazzino e osare qualcosa di più.
La partita con il Palermo di ieri rappresentava un ennesimo “jolly”. Nuovamente sprecato a causa dello scarso coraggio calcistico di mister Roberto Breda.
Nel suo capolavoro “I Promessi Sposi“, Alessandro Manzoni etichettò uno dei personaggi principali dell’opera, Don Abbondio, con la frase “chi coraggio non ne ha, non può darselo”. Ebbene, il tecnico trevigiano in queste partite si trasforma proprio nel curato del paese di Renzo e Lucia sulle sponde del lago di Como.
Dopo aver trovato la quadra in termini di uomini, Breda ha inspiegabilmente ricollocato Verde in panchina riproponendo un Raimondo improponibile in questo periodo e non ha colto l'”opportunità” dell’infortunio di Bronn per schierare un modulo più offensivo che avrebbe messo più in apprensione il Palermo.
Invece il solito, scolastico, cambio ruolo su ruolo unito a una squadra passiva che non ha assolutamente onorato la memoria di Celeste Bucciarelli e il Palermo, compagine decisamente più forte tecnicamente, ha avuto gioco facile nel portare a casa tre punti preziosi.
Nessuno – lo ribadiamo – poteva pretendere la vittoria ma sicuramente andavano pretesi impegno e cazzimma, caratteristiche che non si sono minimamente intraviste se non in sprazzi nella ripresa quando i rosanero avevano leggermente tirato i remi in barca.
Insomma, dopo le prestazioni positive – a netto dei risultati – con Cesena, Modena e Bari si è fatto un deciso passo indietro proprio nel momento peggiore della stagione e dell’ambiente. E si prospetta l’ennesimo ribaltone in panchina. Sperando che possa essere quello decisivo per raggiungere quei 43 punti che vorrebbero dire salvezza.