
Paradossalmente fa più male rispetto a Carrara. Questo perché il ko in terra toscana per la Salernitana era stato meritato, complici 75 minuti scellerati dove i marmiferi hanno fatto il bello e cattivo tempo con una non prestazione dei granata di Breda rimasta tale anche dopo il quarto d’ora finale di arrembaggio.
Invece ieri, per 87 minuti, la Salernitana ha giocato decisamente alla pari col Cesena. Anzi, per larga parte della gara si è fatta preferire sfiorando il gol in almeno tre occasioni. Un gol non arrivato per sfortuna, vedi palo di Verde su punizione; per un arbitraggio di Cosso assolutamente insufficiente, vedasi un clamoroso rigore non fischiato per pestone di Saric su Soriano nel primo tempo.
E un gol non arrivato per un’errata conclusione aerea di Cerri ben imbeccato da Amatucci. L’ex attaccante del Como è stato suo malgrado il protagonista negativo della gara. Oltre al gol non segnato, Cerri in un minuto ha reso da horror il suo pomeriggio. Prima il clamoroso rigore sbagliato, poi la non marcatura su Prestia in occasione dell’1-0 cesenate.
Però sarebbe ingiusto gettare la croce addosso al centravanti granata che ha combattuto per tutti e 90 i minuti più recupero. Cerri ha sbagliato, ok. Ma l’errore più grave è stato complessivo: quello di vanificare la buona prestazione staccando inopinatamente la spina dopo il rigore sbagliato e spianando la strada al Cesena che ha trovato due gol che la Salernitana avrebbe dovuto assolutamente evitare.
Ecco, Breda ha detto bene negli spogliatoi: questa squadra non può permettersi contraccolpi psicologici né di staccare mentalmente prima del triplice fischio del direttore di gara.
Un aspetto caratteriale da correggere nel più breve tempo possibile. Quello tecnico sembrerebbe essere stato rimesso a bolla visto la formazione iniziale con Zuccon e Corazza finalmente titolari. Quello caratteriale deve essere raddrizzato in tempo per la partita di sabato all’Arechi contro il Modena.
Una partita che sì rappresenterà l’ennesima ultima spiaggia per la Salernitana. Ma – a netto del finale – la “Bersagliera” ammirata all’Orogel Stadium merita il sostegno del proprio pubblico. Perché, nonostante tutto, è obbligatorio ancora crederci.