Cosa accade a una classe che viene affidata a un supplente che già si sa che rimarrà in quel ruolo per poche settimane e, soprattutto, non scrutinerà gli studenti? Semplice: chi studiava poco si dà alla pazza gioia e fa meno di zero e chi studiava qualcosa ne approfitta per riposarsi facendo il minimo indispensabile per scrupolo di coscienza.
Ebbene, la Salernitana di queste ultime settimane sta vivendo qualcosa di similare. In panchina, con tutto il rispetto, vi è un ex allenatore come Stefano Colantuono. Il mondo del calcio è spietato e non ammette passi indietro. Da quando Colantuono legittimamente ha intrapreso un’altra carriera per tutti è considerato tale, un ex tecnico. E soprattutto è considerato tale dai calciatori.
Da quando l’allenatore di Anzio è seduto in panchina, i “senatori” del gruppo (a cominciare da Ferrari) hanno palesemente tirato i remi in barca con ingenuità davvero inspiegabili lasciando i “giovani” senza una guida. Non aiutano anche alcune decisioni di Colantuono davvero incomprensibili. Come, ad esempio, il togliere Braaf che è stato l’unico a creare dei grattacapi ai difensori frusinati mantenendo in campo un impalpabile Wlodarczyk o insistere nel tenere in campo un Soriano palesemente fuori condizione ieri.
Decisioni incomprensibili e sintomatiche di una situazione chiara che hanno capito tutti, tranne lo stesso Colantuono. Così come – ma non ci voleva certo la sconfitta di Frosinone per esserne sicuri – tutti hanno oramai capito come questa sia de facto un’ex società.
Ieri allo “Stirpe” nessun dirigente era presente. Una situazione che spesso si vive da quel 27 luglio 2023 e da quella conferenza stampa di De Luca che pose fine al sogno di Iervolino di mettere le mani sull’Arechi e, conseguentemente, pose fine all’unico motivo per cui Iervolino acquistò la Salernitana tre anni fa (sensazione personale dello scrivente, più volta esposta pubblicamente dallo scrivente ma mai smentita altrettanto pubblicamente dalla società).
Una situazione che si ripercuote sulla rosa abbandonata a sé stessa e sui dirigenti (Petrachi in primis) che non sanno che pesci prendere. Sebbene qualcuno in realtà allo “Stirpe” ieri c’era. Parliamo di Giovanni Lombardi, ex patron di Scafatese e Casertana, che i rumors vorrebbero essere molto prossimo all’ingresso in società.
Avviso ai naviganti: se avvenisse lo giudicheremmo in maniera asettica solo in base ai fatti che produrrà. Però alcune sue vicissitudini personali (soprattutto giudiziarie) e il fatto di essere stato un po’ troppo ondivago nel mondo del calcio (oltre alle due società precedentemente citate, Lombardi è stato vicinissimo sia all’Avellino che al Benevento) lasciano qualche dubbio nei suoi riguardi. A lui il compito di fugarli. Eventualmente.