Sono passate solo tre partite ma abbiamo già il primo verdetto della stagione sportiva 2024/2025. La Salernitana di questo campionato ha già superato in cuore e grinta quella dello scorso vergognoso torneo.
Vero, non ci voleva chissà quale sforzo per raggiungere questo obiettivo ma sinceramente era difficile ipotizzare che venisse centrato in così poco tempo. Eppure è bastato uno spogliatoio senza capetti e giocatori di padel dilettanti (vero, Candreva?) e, soprattutto, con un direttore sportivo e un allenatore presenti e convincenti per vedere il cuore e la grinta tornare a colorarsi di granata.
Perché una squadra senza cuore e grinta non rimonta tre partite su quattro (e se non fosse stato per il guizzo di Rover a Bolzano in pieno recupero parleremmo di poker in tal senso) ufficiali, non crede che ogni pallone possa essere quello decisivo, non si incoraggia a vicenda quando le cose vanno male, non esulta in maniera granitica e compatta quando le cose vanno bene.
Quindi, sull’aspetto mentale e motivazionale possiamo sbilanciarci nel dire che siamo a cavallo. Certo, una condizione necessaria ma non sufficiente per poter vincere le partite. Perché, oltre al cuore e alla grinta servono la tattica e la tecnica.
Ebbene, la Salernitana ha ancora palesato lacune difensive la cui causa è stata ben esplicata da Martusciello che ha affermato come i meccanismi difensivi (che coinvolgono tutta la squadra) sono quelli più difficili da imparare, a maggior ragione se si vive una situazione da “cantiere aperto”.
Sulla tecnica, invece, ci si può lavorare più velocemente. E quando si ha a disposizione un calciatore come Jayden Braaf che per la seconda volta consecutiva (ma questa volta con i 3 punti allegati) si è di nuovo esibito nel “colpo da biliardo”, quel rasoterra liftato che lentamente e inesorabilmente si infila alle spalle del portiere avversario, ebbene, il lavoro in tal senso diventa ancora più agevolato.
L’olandese potrebbe essere (assieme a un Kallon che però deve accendere il neurone prima di commettere nuovamente sciocchezze) lo spaccapartite per eccellenza, entrando nella ripresa e mettendo alle corde le stanche difese avversarie. Un ruolo che potrebbe valorizzarlo.
Martusciello – ci scommettiamo – ci sta già pensando. Perché da titolare (e ne giocherà di partite) Braaf è un fattore aggiunto, ma da subentrante potrebbe divenire addirittura devastante. Per gli avversari, ovvio. Vedremo se Mantova rappresenterà un altro punto a favore di questa tesi.