Per la prima (e forse unica) volta in stagione le cose positive concernenti una partita della Salernitana 2023/2024 hanno superato le negative. Vero, c’è stata la sconfitta con la solita indegna prestazione e come corollario il festeggiamento del Verona sul campo dell’Arechi esattamente come 13 anni fa. Ma possiamo sintetizzare tutte queste nefandezze come fossero una sola cosa.
Invece, due sono stati gli aspetti positivi. In primis, la splendida coreografia organizzata dalla Curva Sud Siberiano con la proficua collaborazione dei bambini, sabato scorso nell’area mercatale di Pastena. Gli ultras hanno fatto quello che avrebbe dovuto fare la società: fidelizzare l’affetto dei tifosi del futuro, spiegando loro che la A è solo una lettera dell’alfabeto e quello che conta è sempre la Salernitana.
Una coreografia dove la parola “appartenenza”, scritta a caratteri cubitali, è stata molto più di un semplice vocabolo. Ha rappresentato e rappresenta l’amore di Salerno e dei salernitani verso la Salernitana. Un amore simboleggiato in campo dalla presenza in campo di Gennaro Fusco, salernitano classe 2005 e figlio dello storico capitano granata Luca Fusco, che ieri in poco più di 20 minuti ha dato l’anima.
Un amore che è ancora più grande quando chi rappresenta momentaneamente la Salernitana dimostra solo menefreghismo, apatia e indifferenza. A partire dal presidente Danilo Iervolino.
Ecco, presidente, il tempo è scaduto. All’ennesimo invito alla chiarezza ne aggiungiamo un altro. La invitiamo a un repulisti totale di rosa, staff tecnico, staff manageriale (anche i presunti “core e’ Saliern“), staff medico. Fuori tutti, non si facessero prigionieri. E se non se la sente più, faccia in modo che la Salernitana non sia più un suo problema.