Ogni volta che la Salernitana si appresta a sfidare la Lazio dell’ex copatron granata Claudio Lotito, la pletora della minoranza salernitana di tifosi, intellettuali (?) e giornalisti (?) che ancora lo osanna non perde occasione di dimostrarlo. A maggior ragione in un campionato pessimo come quello attuale (del quale Danilo Iervolino è il principale responsabile, meglio chiarirlo nuovamente a scanso di equivoci).
Ognuno può avere gli idoli sportivi che vuole, ci mancherebbe. Però una cosa sono le opinioni e una cosa sono i fatti. E se si raccontano balle spaziali per difendere Lotito, bisogna fare opera di correzione.
La balla spaziale in questione è “Lotito ha lasciato la Salernitana in Serie A“. Una sciocchezza sesquipedale. Perché Lotito ha lasciato la Salernitana agonizzante con l’affiliazione alla FIGC revocata, altro che Serie A.
Breve cronistoria per gli smemorati di Collegno. La Salernitana viene promossa in A a maggio 2021, Lotito ha un mese di tempo per cedere le quote dato che nella massima categoria calcistica possiede anche la Lazio e le norme federali vietano la convivenza tra le due compagini. Lotito non vende e riesce a convincere (grazie al “prezioso apporto” dell’allora ds Fabiani) la FIGC a far iscrivere la Salernitana grazie a un trust e alla promessa di obbligo di cessione della società entro il 31 dicembre 2021, pena esclusione dal campionato.
Ebbene, passano i giorni e la cessione non arriva. La Lega Serie A approva la proroga del trust fino a fine stagione il 16 dicembre 2021, ma c’è un piccolo problema. L’unico organo deputato ad ammettere una squadra a un campionato è la FIGC e la proroga della Lega vale quanto il due di coppe con briscola a denari. Ossia, il più classico dei fichi secchi.
Cinque giorni dopo, il Consiglio Federale conferma la sua decisione dell’estate precedente: o la Salernitana viene venduta o viene esclusa. E l’inevitabile sembrava oramai prossimo ad accadere fino alle 23:58 del 31 dicembre 2021, quando i trustee vendono a Iervolino.
Quindi, ognuno abbia gli idoli che vuole. Ma le opinioni restano opinioni e i fatti sono fatti. Piacciano o non piacciano.