Sarà il periodo propizio a fare questi paragoni che potrebbero sembrare un tantino irriverenti, ma la Salernitana ieri a Bologna ha percorso l’ennesima stazione di questo calvario sportivo che è questo campionato di Serie A 2023/2024 e che deve proseguire ancora per due mesi.
Come accaduto in tantissime altre precedenti occasioni, la Bersagliera ha funto da sparring partner di un avversario quotato e destinato a centrare lo storico traguardo della qualificazione alla prossima Champions League. Con il colpevole fardello di aver scialacquato con Simy nel primo tempo l’unica occasione che avrebbe potuto cambiare il destino ineluttabile di questa sfida.
Unici e splendidi vincitori colorati di granata sono stati i 1300 sostenitori assiepati nel settore ospiti del “Dall’Ara“. Presenti – come ci tengono giustamente a ribadirlo sempre – solo per la maglia e non per i viziati che indegnamente la indossano, i tifosi della Salernitana hanno mostrato il solito bellissimo spettacolo. Loro non retrocedono e non retrocederanno mai. Non è retorica, è la pura e semplice verità.
Tra tante cose negative, sportivamente parlando, una positiva c’è. La Salernitana, assieme alle tre neopromosse dirette dalla Serie C (una sicura matematicamente, ossia il Cesena, le altre due prossime a esserlo, vale a dire Mantova e Juve Stabia) appartiene a uno strettissimo gruppo di “privilegiate”.
Queste quattro compagini, a differenza delle altre 16 che terranno loro compagnia, sanno con due mesi di anticipo di dover partecipare al torneo di Serie B 2024/2025. Un intervallo di tempo che, se ben sfruttato, può rappresentare un’opportunità importante.
I romagnoli, tanto per fare un esempio, hanno già annunciato il budget cospicuo che verrà investito per allestire la squadra della prossima stagione che ammonta a 25 milioni di euro. Un passo molto significativo.
Ergo, sarebbe oltremodo delittuoso lasciare passare questi due mesi senza intervenire in maniera concreta nell’allestimento della prossima squadra obbligata (dicasi “obbligata”) a essere competitiva. Ma bisogna affidarsi a uomini di calcio. Gli “uomini di mondo” lasciamoli al grande Totò, grazie.