“Il calcio è semplice, ma la cosa più difficile è riuscire a giocare semplice“. Una delle tante massime di Johann Cruijff è quella più calzante per spiegare la partita di ieri sera tra Atalanta e Salernitana che ha visto gli orobici imporsi per 4-1, ossia con un punteggio decisamente più largo rispetto a quanto visto in campo al “Gewiss Stadium“.
Fino a quando i granata hanno fatto densità tenendo la squadra stretta, hanno pressato i portatori di palla avversari e hanno avuto alcuni calciatori giocare fino a quel momento le loro migliori partite (Coulibaly, Maggiore, Martegani, Mazzocchi, Pirola), la gara è stata in equilibrio con il lusso di essere passati in vantaggio grazie alla zuccata di Pirola su punizione di Candreva.
Poi, però, l’Atalanta si è ricordata di essere l’Atalanta e Luis Muriel si è ricordato di essere uno dei calciatori qualitativamente più forti di questo campionato. Prima sigla con una bordata da fuori l’1-1 (ma come si fa a lasciarlo solo al limite dell’area su una seconda palla da calcio d’angolo, mah) e poi si inventa di sana pianta l’azione che porta al 2-1 di Pasalic.
E la Salernitana scompare dal campo? No, getta al vento tre occasioni tre che avrebbero potuto cambiare le sorti dell’incontro. Due con Dia (con la seconda che si infrange sul palo) e una con Ikwuemesi con Carnesecchi miracoloso con i piedi alla Garella.
Se solo una di quelle palle fosse rotolata dentro la porta atalantina, al 99,9% staremmo parlando d’altro. Invece, il calcio è crudelmente semplice. Sbagli le poche occasioni create sul campo di una squadra più forte tecnicamente? Perdi, sta poco da fare.
Arriva il 3-1 di De Ketelaere (su un dubbio tocco con il braccio di Scalvini) e la Salernitana commette l’errore di disunirsi e di sbracare definitivamente concedendo a Miranchuk sia il gol del 4-1 che altre due occasioni (non sfruttate) per arrotondare ulteriormente il punteggio.
Termina così con tre gol di scarto una partita che la Salernitana avrebbe potuto tranquillamente e meritatamente pareggiare. Ma se sbagli occasioni del genere e il tecnico sbaglia altresì a non prevenire la scontatissima partenza sprint della Dea nella ripresa, la sconfitta è l’unica opzione plausibile.
Salviamo quindi la prestazione. Se un giorno non dovesse essere corredata da errori individuali o di gruppo, allora sì che si potrebbe sperare nella permanenza in massima serie.