Il secondo campionato di Serie A della storia della Salernitana non era partito come i tifosi granata auspicavano. Nelle prime sei partite del massimo campionato edizione 1998/1999, i granata di Delio Rossi avevano collezionato solo un pareggio interno con l’Empoli e cinque sconfitte con Roma, Milan, Udinese, Parma e Fiorentina.
Un ruolino di marcia non certo positivo che aveva relegato la Salernitana in fondo alla graduatoria. E domenica 1 novembre 1998 all’Arechi arrivava la Lazio di Eriksson, una delle favorite per la conquista dello Scudetto.
Eppure i biancocelesti non erano partiti benissimo. Certo, erano imbattuti ma con sole 2 vittorie all’attivo (seppure quella prestigiosa di S.Siro con l’Inter) e quattro pareggi, tra i quali quelli deludenti casalinghi con Bari e Vicenza.
Ragion per cui la squadra capitolina non poteva permettersi di perdere ulteriore terreno, nonostante pesanti assenze come quelle di Nesta, Nedved, Vieri e Salas. La paura di entrambe le squadre, però, condizionò il primo tempo che fu povero di emozioni e si concluse sul più classico e scontato degli 0-0.
Nella ripresa, il pubblico dell’Arechi tolse di dosso la paura ai granata che cominciarono a collezionare occasioni prima con Belmonte e poi con Di Vaio. Delio Rossi completò l’opera azzeccando il cambio decisivo: al 78′ fuori Belmonte e dentro David Di Michele.
Dopo qualche minuto dal suo ingresso, il fantasista di Guidonia dribblò Pancaro con una finta costringendo Mihajlovic al fallo. Calcio di punizione. Sulla palla andò Giacomo Tedesco che mise in area un pallone forte e teso che Di Vaio, con una deviazione aerea impercettibile, lo spinse alle spalle di Marchegiani.
In realtà la deviazione era talmente impercettibile da non esserci mai stata e gli almanacchi giustamente attribuiscono la marcatura al centrocampista palermitano, ma alla tifoseria della Salernitana questo importava poco. Contava che la rete portasse in dote la prima vittoria stagionale e, con lei, la speranza di poter raggiungere la salvezza.
Sabato la Salernitana affronterà la Lazio in casa nuovamente orfana di vittorie e affronterà una squadra che avrà assenze importanti ma che non può permettersi di perdere ulteriore terreno dopo un inizio balbettante. Speriamo in Giambattista Vico e nei suoi “corsi e ricorsi storici“.