In vista di Genoa-Salernitana di domani sera, ci presenta l’ambiente rossoblu il giornalista Alessandro Legnazzi della testata PianetaGenoa1893.net
Ciao Alessandro, che Genoa vedremo in campo domani sera?
“Ciao. Vedremo una squadra divenuta consapevole del nuovo momento di stagione. Passato il periodo più difficile del calendario, con tante big ravvicinate, dinanzi a sé il Genoa ha una serie consecutiva di scontri diretti contro club della parte destra della classifica, tutt’altro che facili. Se mister Gilardino riuscirà a totalizzare almeno una dozzina di punti entro Natale, il Grifone può “girare” attorno a quota venti, e allora l’obiettivo dichiarato della salvezza tranquilla sarà concretamente perseguibile“.
Come giudichi questa prima parte di stagione dei rossoblu?
“Senza dubbio positiva. Il Genoa è una neopromossa, benché il suo rango storico lo collochi stabilmente in Serie A, che come tutte le squadre provenienti dalla B ha bisogno di tempo per stabilizzarsi e adattare l’organico a un livello superiore. Molti calciatori, come ad esempio Gudmundsson, Frendrup, Retegui oppure Dragusin, hanno tra le venti e le trenta presenze in Serie A: sono poche, e quindi serve pazienza nell’aspettare la maturazione. Ciò vale anche per mister Gilardino che nell’attuale stagione è l’unico tecnico debuttante in massima categoria“.
“Preferisco il lato pratico, ossia il campo, che si è pronunciato esattamente all’opposto. Il punto forte del Genoa è la sua organizzazione difensiva, lodata persino da mister Gasperini, che lo ha portato a subire appena 6 gol contro le romane, Napoli, Milan e Atalanta. In Italia, le salvezze si costruiscono con le migliori difese. L’attacco, invece, evidenzia sia delle difficoltà strutturali dettate dall’assenza di un alter ego di Retegui – grave leggerezza del mercato estivo aver ceduto Coda senza contropartita – che un’imprescindibile dipendenza dalle giocate di Gudmundsson, il quale si sta dimostrando un calciatore di valore assoluto“.
Come hai osservato da esterno la Salernitana?
“Mio padre mi ha trasmesso la passione verso i Pink Floyd: sono rimasto estasiato dalla coreografia dei tifosi, so che ne hanno parlato molti paesi esteri. Penso che l’attuale posizione in classifica non rifletta il vero valore della squadra, nonostante la Salernitana abbia raccolto soltanto un paio di punti contro avversarie di livello similare. In estate, la dirigenza ha mantenuto la struttura dell’anno scorso andando a riscattare taluni punti fermi come Pirola, l’eterno Candreva e Dia dai cui gol passa la salvezza del club, come ha opportunamente sottolineato Inzaghi“.
Come giudichi il cambio in panchina Sousa-Inzaghi?
“Doveroso e presumo tempestivo, considerato che l’avvicendamento è capitato dopo solo otto giornate di campionato. Dispiace sempre quando un allenatore perde la panchina ma, da fuori, sembrava che la Salernitana di Sousa fosse entrata in un pericoloso vicolo cieco. Filippo Inzaghi porta la sua voglia di allenare spinta dalla motivazione di dimostrare di essere un tecnico da Serie A. Per fare bene, dovrà avere la disponibilità dello spogliatoio, oltre alla fiducia della società e della tifoseria“.
In conclusione, un calciatore potenzialmente decisivo per parte