Tra tutti gli esercizi di inutilità aggiungere altre parole su Monza-Salernitana di ieri rappresenterebbe un esempio calzante di questa specifica categoria. Si potrebbe solamente ribadire che un allenatore che getta a mare il 4-2-3-1 che bene aveva fatto con l’Inter per 65 minuti prima del ciclone Lautaro Martinez e che solo per una questione di centimetri non aveva portato il momentaneo 1-1 contro i milanesi per riproporre lo scellerato 3-4-2-1 con il povero Bohinen nuovamente messo a far figuracce in una mediana a 2 e riproporre un Mazzocchi che dovrebbe farsi un mesetto fuori rosa per imparare come si campa o è pazzo (e non lo crediamo) oppure ha deciso di farsi esonerare. E sarà molto probabilmente accontentato.
E la scelta del nuovo tecnico sarà la prima occasione per Danilo Iervolino per rimediare agli errori commessi quest’estate. Soprattutto a due. La conferma di un allenatore che per una serie di motivi era già un separato in casa (per confermarlo nelle ultime uscite dove – cosa gravissima che la società glielo abbia consentito – non ha mai indossato in panchina la divisa ufficiale della Salernitana). E la mancata sostituzione di un attaccante vero come Piatek che garantiva tanto lavoro oscuro e rappresentava la spalla perfetta per Dia, mancata sostituzione figlia anche di un mercato in entrata in Italia assente (ah, le crociate contro i procuratori).
Il tempo per rimediare ci sarebbe. Mancano ancora 30 giornate e la salvezza è distante solo 3 punti, con Udinese, Empoli, Verona e Cagliari (e ci aggiungiamo anche il Genoa) che non sembrano fulmini di guerra. Ma, a prescindere, la domanda delle domande è la seguente: Danilo Iervolino ha ancora voglia di rimediare agli errori? Ha ancora voglia di salvare la Salernitana?
Lo capiremo subito. Perché il suo silenzio è diventato assordante e la piazza ha diritto di conoscere il pensiero di chi mette i soldi ed è il padrone del vapore. Parli, Presidente. Altrimenti non è delittuoso pensare che il suo continuo silenzio possa essere l’anticamera del disimpegno.