In primis, una doverosa premessa: i nostalgici di chi ha portato la Salernitana a due minuti dalla sparizione dai radar del calcio italiano, ossia Claudio Lotito, Marco Mezzaroma e Angelo Mariano Fabiani, non hanno alcun diritto di lamentarsi. L’hanno perso con il loro osceno comportamento durato 10 anni e che continua ancora adesso. Quindi, allontanarsi da questa pagina, rapido.
Ora parliamo di Salernitana con i tifosi oggettivi e senza padroni e secondi fini e che fortunatamente sono ancora la maggioranza. I granata di Paulo Sousa nel tardo pomeriggio di ieri sono usciti dall’Arechi sconfitti per 3-0 dal Torino. E dopo 4 giornate hanno 2 punti in classifica, frutto di 0 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte.
Numeri inequivocabili che portano ovviamente a far squillare un campanello d’allarme. Intendiamoci, nessuno dotato di buon senso pensava a una Salernitana che si sarebbe salvata in carrozza ma neanche ipotizzava una stagione che si prospetta essere “sangue e arena“. Purtroppo, la campagna acquisti della società porta a far pensare alla seconda ipotesi precedentemente citata, considerato un numero di scommesse elevato e la totale dipendenza (sic stantibus rebus) da Boulaye Dia in attacco. Ma oramai questa è la rosa e questi sono i ragazzi da sostenere.
Quindi, nessuno sottovaluti la situazione. Ma, contemporaneamente, nessuno la ingigantisca fino a farla diventare “drammatica”. Chi ha guardato con più attenzione il primo tempo con il Torino, che è una squadra decisamente più forte della Salernitana dal punto di vista tecnico e che farà sudare ad Atalanta e Fiorentina le proverbiali sette camicie per tenerselo alle loro spalle, si è accorto come numeri alla mano la partita sia stata equilibrata.
Tre occasioni per parte con la semplice differenza che Milinkovic-Savic ha detto no al tiro a giro di Candreva e il palo ha vietato a Jovane Cabral di trovare il primo gol in granata, mentre dall’altra parte Radonjic ha trovato l’angolino con la sua conclusione. E non ci dimentichiamo di un clamoroso rigore negato alla Salernitana per fallo di Bellanova sullo stesso esterno offensivo portoghese.
Poi, nella ripresa, Sousa è stato un tantinello precipitoso nel secondo tempo nell’ordinare il “tutti avanti”. Magari sarebbe stato più giusto innestare la marcia offensiva dopo 15 minuti della ripresa, invece di farlo subito e dar così la possibilità al Torino di chiudere i giochi in contropiede. Comunque, nonostante il risultato, le trame dei vari Tchaouna, Martegani (che però, mister, deve giocare sulla trequarti e non a centrocampo, per favore) e persino Ikwuemesi non sono proprio così dispiaciute e lasciano un velo di ottimismo per il futuro.
Quindi, non sottovalutare né drammatizzare. Ma, magari, vincere. Venerdì con il Frosinone non si può sbagliare.