In vista di Torino-Salernitana di domani sera, ci presenta l’ambiente dei granata del Nord, il giornalista della testata MondoToro.net Filippo Cappelli.
Ciao Filippo. Allora, che Torino vedremo in campo lunedì all’Arechi?
“Ciao. Il Torino arriva a Salerno con la necessità di far punti e migliorare lo score delle prime tre giornate, in cui ha segnato solo due gol. La vittoria all’ultimo respiro contro il Genoa ha caricato la squadra, ma serve fare molto di più nei 90’, affinare il gioco e rendersi più pericolosi in area. Eccezion fatta per il 4-1 di San Siro, la difesa fin qui ha ben figurato, il centrocampo e l’attacco sono invece apparsi più in difficoltà. Il rientro di Sanabria dà un’alternativa in più al nuovo arrivato Zapata, che dovrebbe partire titolare. Juric da settimane fa esperimenti per passare al 3-4-1-2, anche se al momento le due punte sembrano più una carta da giocarsi a gara in corso. Ilic e Radonjic sono imprescindibili anche se il primo sarà assente forzato, Vlašic e Bellanova saranno confermati nonostante un avvio in ombra“.
Come giudichi il mercato dei “Granata del Nord”?
“Il mio voto al mercato è una sufficienza piena, anche se è stato caratterizzato da alti e bassi. Il colpo Bellanova a ha entusiasmato la piazza, perché è arrivato molto presto e ha messo a disposizione di Jurić un giovane italiano con esperienza internazionale. Cairo ha resistito alla tentazione di vendere i big – Schuurs, Ricci, Sanabria – ed ha acquistato a titolo definitivo Vlašic, Tameze e Lazaro. Sul gong è arrivato un centravanti di peso con più di 100 gol in Serie A, Zapata: se starà bene, sara di certo d’aiuto a Sanabria e Pellegri. Niente da fare per l’esterno sinistro e il trequartista mancino, due elementi che erano essenziali per salire di livello. E che Jurić aveva chiesto espressamente“.
A quale obiettivo potrebbe puntare realisticamente il Torino?
“Secondo me il Torino ha una rosa da 9º posto. Nei primi due anni con Jurić i granata sono sempre arrivati decimi, vantando la quinta miglior difesa di serie A. Un rimpianto, perché con qualche gol in più (42 in 38 partite sono troppi pochi) il Toro poteva andare in Conference al posto della Fiorentina. La più grande differenza rispetto ai viola e alle squadre che competono per l’Europa è la profondità della rosa. Il Torino ha avuto, in questi anni, una panchina con pochi gol e poca esperienza in massima serie. E se vinci solo 5 partite in casa in un anno, come accaduto la scorsa stagione, non puoi che galleggiare a metà classifica“.
Come giudichi la Salernitana dopo queste prime tre partite?
“La Salernitana è una squadra consapevole, quadrata e molto solida. Candreva e Ochoa guidano con carisma (e qualità!) il gruppo, ma ci sono tanti altri giocatori capaci di far male a qualsiasi squadra. Dopo lo straordinario esordio a Roma, è arrivato un solo punto in due partite, ma penso che la Salernitana possa fare un campionato più che discreto quest’anno. Dia permettendo“.
Quanto la presenza o meno di Dia potrebbe far pendere la bilancia da una parte e dall’altra?
“L’assenza di un giocatore che un anno fa ha segnato ben 16 reti avrà certamente un peso. Anche il Torino nella passata stagione è stato trascinato dal suo centravanti, Sanabria, soprattutto nel 2023. Dipendere troppo dai gol di un singolo è positivo finché quel giocatore sta bene, fisicamente e mentalmente. Avere alternative valide in ogni zona del campo è essenziale per coprirsi le spalle in situazioni di emergenza. Penso che Sousa abbia altre opzioni in attacco e sappia coinvolgerle bene nel gruppo. Dia è un buonissimo centravanti, ma se davvero non fosse più convinto di restare, qualsiasi calciatore più giovane e motivato avrebbe un rendimento migliore“.
In conclusione, un calciatore potenzialmente decisivo per parte.
“L’uomo in più della Salernitana è senza dubbio Candreva. Mi piace molto anche Pirola, sa esser pericoloso sia su azione che su palla inattiva. Nelle file del Toro rientra Sanabria, ma quello visto nelle prime giornate non sembra ancora in buona forma. In una partita che si annuncia molto equilibrata, punto sugli strappi di Radonjic e sul tiro da fuori di Ilic“