E così ieri Boulaye Dia, atteso a Salerno dopo essersi dichiarato indisponibile con il Senegal causa infortunio, non si è presentato all’appuntamento per presunti “motivi personali” (sui quali vi sono diverse fonti in merito che attesterebbero la veridicità degli stessi). Un episodio non certo positivo che fa il paio con la mancata convocazione del numero 10 della Salernitana per la sfida con il Lecce a causa del “mal di pancia” per la mancata cessione al Wolverhampton in Premier League.
La società granata – per ora – non ha ancora rilasciato la propria versione ufficiale dei fatti e si spera che la situazione possa rientrare e, soprattutto, possa terminare questo scenario che vedrebbe tutti sconfitti.
Sta perdendo il calciatore che, se si dovesse ostinare a perdurare nel “muro contro muro” rischierebbe di buttare a mare una stagione e la possibilità di partecipare a gennaio alla prossima Coppa d’Africa (a meno che Dia sia convinto di essere convocato comunque pure con solo tribuna e niente campo). Sta perdendo la società che in un colpo solo indebolirebbe in maniera netta e decisa il tasso tecnico della rosa a disposizione di Paulo Sousa e svaluterebbe un patrimonio che neanche un paio di mesi fa è stato riscattato a 12 milioni di euro. E, ovviamente, stanno perdendo i tifosi che si preoccupano del futuro sportivo della Salernitana.
A ogni buon conto, comunque, la Salernitana dovrebbe incominciare a essere meno Dia-dipendente. Come? Non potendo più intervenire sul mercato (a meno che si punti a uno svincolato e comunque evidenziando come sia stato un errore non inserire in organico un centravanti d’esperienza), toccherà a Paulo Sousa sfruttare il buon parco di mezzepunte, attaccanti esterni e trequartisti a disposizione.
Ipotizzando di ricorrere con più frequenza al 4-2-3-1, il leader tecnico e carismatico del reparto (e dell’intero gruppo), Antonio Candreva, potrebbe agire come “falso nove”. Alle sue spalle, Martegani e Kastanos avrebbero la qualità giusta per il delicato ruolo di “sottopunta”. E sugli esterni? Spazio alla velocità e alla verve atletica di Jovane Cabral e Tchaouna, con Mazzocchi che potrebbe rappresentare, se si dovesse optare per questo modulo, un’alternativa di lusso.
In questo modo, si spariglierebbero le carte per gli avversari che non avrebbero punti di riferimento e si farebbe crescere con calma Ikwuemesi. Con la speranza, ovviamente, che Dia possa tornare a trascinare i granata. E quanto scritto rimanga nel campo delle opzioni possibili ma mai realizzabili.